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Homepage > Magazine > Post dal 1997 > 2015 > “Immagin-ABILI risorse”, ovvero come la disabilità può creare valore sociale
05/01/2015  |  il gabbiano

“Immagin-ABILI risorse”, ovvero come la disabilità può creare valore sociale

Vi parleremo allora di quattro esperienze molto significative, che sono state raccontate al convegno “Immaginabili risorse – Il valore sociale della disabilità”, che si è tenuto il 28 novembre ed è stato promosso da “Rete Includendo” (www.includendo.net).
Obiettivo della giornata era mostrare attraverso alcune esperienze concrete come anche la disabilità possa generare valore sociale, ovvero apportare un beneficio o un vantaggio alla società.
Non si tratta di un concetto scontato. Che chi soffre di disabilità sia innanzitutto una persona e che in quanto tale sia portatrice di diritti è (o almeno dovrebbe esserlo) un’idea ormai condivisa e sancita addirittura da una Convenzione ONU. Tuttavia, quando parliamo di queste persone ci viene da pensarle soprattutto come portatrici di bisogni, ai quali la società ha (o avrebbe) il dovere di rispondere fornendo assistenza, servizi e così via.
Il convegno ha voluto portarci oltre questa prospettiva, facendoci vedere la persona con disabilità anche come portatrice di risorse: risorse non solo personali, ma risorse che possono essere messe a disposizione della società.
Ecco allora le quattro esperienze esemplificative presentate al convegno, scelte fra le tante realtà virtuose che esistono in Italia, che ci mostrano cosa può succedere quando persone con disabilità, centri educativi, servizi, istituzioni e mondo del volontariato collaborano fra di loro e con il territorio, mettendoci “testa e cuore”.

1) STUDENTI NEL CENTRO DIURNO E ITINERARI ACCESSIBILI
Si tratta di due iniziative portate avanti dal Centro Diurno Disabili del Comune di Oderzo – Aussl 9 Treviso.
Il progetto con gli studenti è nato per la gestione di alunni di un istituto professionale con
situazioni comportamentali particolarmente difficili e offriva loro la possibilità di scegliere fra la classica sospensione e la permanenza al centro disabili tramite un progetto costruito insieme agli educatori del centro. L’iniziativa ha ottenuto ottimi riscontri sia da parte degli utenti che degli studenti, che hanno migliorato la loro condotta scolastica.
Del resto anche la nostra associazione, che da anni porta avanti nelle scuole il progetto SportivamenteInsieme, sa bene una maggiore conoscenza della disabilità e la possibilità di interagire con le persone disabili in un contesto guidato produce vera inclusione sociale nella vita quotidiana anche al di là dei progetti specifici
Un’ulteriore progetto del Centro Diurno Disabili è nato invece a partire dalla difficoltà incontrate dai suoi utenti nelle uscite sul territorio. Ecco allora che il Centro Diurno si è fatto promotore di un progetto che ha eliminato le barriere architettoniche rendendo accessibili sette percorsi urbani; accessibilità di cui ovviamente potranno godere non solo i ragazzi con disabilità, ma tutta la cittadinanza.
2) BIBLIOTECA, CICLOFFICINA, BIRRIFICIO, ACQUISTI SOLIDALI…
A Sant’Agata, piccola frazione di Cassina de Pecchi (MI), è grazie alle persone con disabilità della Coop. Soc. Il Germoglio che è stata aperta una sezione distaccata della biblioteca comunale, con servizio di prenotazione e consegna a domicilio dei libri.
Ai ragazzi della cooperativa è affidata inoltre la gestione della Ciclostazione di Melzo con tanto di bar, biglietteria, info point, servizio di custodia e riparazione delle biciclette.
E se non bastasse, i ragazzi con disabilità gestiscono l’apertura diurna di un birrificio artigianale, l’apertura di una mattina a settimana di un negozio del Commercio Solidale e lo smistamento degli ordini di un Gruppo di Acquisto Solidale.
3) IL GIARDINO DEL BENE COMUNE
C’è poi l’Associazione Fadivi di Genova, che ha ristrutturato un grosso complesso edilizio per realizzare una comunità alloggio per persone disabili. Il grande e bellissimo cortile della struttura è stato chiamato “Il giardino del bene comune” e ospita un cinema all’aperto, feste di compleanno per bambini, nonché iniziative varie come gare di torte e di… pesto!
4) CLIMA LAVORATIVO
L’ultima esperienza riguarda la Coop. CsaPsa di Bologna, che si occupa di inserimenti lavorativi protetti. In seguito ad alcune problematiche emerse in un reparto di una grande azienda dove erano impiegate alcune persone con disabilità, la cooperativa è stata chiamata a fare un intervento, da cui sono emerse conclusioni inaspettate. Il problema segnalato era solo apparente, quello “vero” riguardava invece le relazioni fra i lavoratori normodotati. Questi ultimi risultavano in realtà gratificati dal loro ruolo di “tutor”, e la presenza di lavoratori disabili generava non problemi, ma coesione sociale! L’intervento, inizialmente pensato per i lavoratori protetti, è quindi alla fine servito agli altri lavoratori e ha migliorato il clima lavorativo di tutti.

Queste esperienze parlano chiaro. Sono esperienze che al tempo stesso producono inclusione sociale per le persone con disabilità e valore sociale per la collettività, facendo scaturire risorse inaspettate. E in tempi di crisi questo non è poco.
A questo proposito, alcuni relatori del convegno hanno proposto delle interessanti riflessioni. Franco Floris ha messo in evidenza come la nostra società, “smaltita la sbornia dell’onnipotenza”, si trova di fronte alla necessità di cambiare stili di vita, di produzione, di convivialità, di sostenibilità: una sfida a non ricadere in un sentimento di impotenza, ma a ricercare e costruire una nuova identità. Nonostante la crisi di risorse finanziarie, è infatti ancora possibile trovare risorse non appena si fa leva sulle persone, come queste esperienze ci mostrano.
Franca Manoukian ha poi aggiunto che le risorse non sono più laddove ci aspettiamo che esistano, laddove le abbiamo trovate fino ad ora, ma dobbiamo andare a scovarle attraverso l’immaginazione: in particolare le risorse oggi stanno dove c’è scarto, limite, insuccesso.
E a proposito di risorse, vi vogliamo lasciare con questa bella immagine. La parola “risorsa” viene dal verbo “risorgere”, cioè far ri-uscire una sorgente: la sorgente riporta in superficie la pioggia penetrata nelle falde sotterranee, la fa risorgere. In quest’ottica si può dire che la risorsa è un tesoro (ri)trovato.

(Federica Calza)

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