Giornata complessa per i due eventi che l’hanno caratterizzata.
Il primo è la separazione da Tino. Beh, non è la stessa cosa pedalare in due. Eravamo abituati ormai alle sue fermate improvvise, di qua, no, di là, con gli occhi su Google maps invece che sulla strada. A dirgli vai avanti tu, noi ti seguiamo, a sentirci chiamare da dietro quando cambiavamo ritmo. Stasera ci siamo stesi noi la corda del bucato; strano, l’ha sempre fatto lui.
Comunque stasera ci siamo sentiti e mi sembra tutto ok. Si rivisita Barcellona col suo amico Ignazio. Anche una bella occasione per rivedersi.
Siamo partiti stamani insieme, ma eravamo diretti in stazione. La stazione di Calella. Perchè la decisione era di giocarsi il jolly. Come a “giochi senza frontiere” per chi se lo ricorda.
Della fatica e della stanchezza parleremo prima o poi. Sono reali e ogni giorno ti consumano un po’. Ma per ora, dopo un po’ di giorni in cui, per ragioni varie, abbiamo proceduto a tappe ridotte o di trasferimento, abbiamo il problema di recuperare il terreno perduto senza il rischio di crepare l’infarto. Da qui il jolly, ovvero la possibilità che ci siamo concessa di fare una tappa in treno. Necessità dettata anche dall’idea di saltare Barcellona.
Ci chiederete: ma perchè saltate Barcellona che è una città così bella? Perchè nelle grandi metropoli ci si perde. Avete mai provato ad entrare a Milano da Paullo e uscirne a Cusago in bicicletta?
E pensate che Milano non ha nemmeno il porto. Attraversare Barcellona, sulla carta, è un po’ come attraversare Milano da Paullo a Cusago e da Cusago a Paullo, con la differenza che qui non sai la strada. Insomma meglio abbozzare se non vuoi passare le prossime due settimane a girovagare per la periferia del capoluogo Catalano.
La decisione è presa all’unanimità da noi tre, senza consultare sponsor e finanziatori. Ce ne assumiamo tutta la responsabilità e contiamo sulla clemenza della giuria. Così si prende il treno tutti e tre insieme e mentre Tino scende a Barcellona, rumorosamente salutato dalla truppa, noi due, dopo aver cambiato, proseguiamo fino a Tarragona. Teniamo a sottolineare che sui treni regionali spagnoli le bici non pagano, ma i cani si; a queste condizioni è forte la tentazione di proseguire fino a Gibilterra. Si tratta invece di un paio d’ore di treno che ci permette di avanzare alla straordinaria media di 80 kmh , media mai toccata fino ad ora. A Tarragona, scaricate le bici dal treno, riprendiamo a pedalare in direzione di Miami Beach. Tranquilli non abbiamo sbagliato strada anche oggi, non siamo finiti in Florida. Ma gli spagnoli, oltre ad avere due paesi che si chiamano Calella nel giro di pochi km, hanno anche una cittadina sul mare che si chiama Miami Pĺatya. Miami Beach, appunto.
Apro parentesi: questa mattina ho ricevuto un WhatsApp da Paolo che mi diceva “Attenti ragazzi: il BAR Cellona è un locale dalle parti di Piacenza. Voi non dovete andare lì, dovete andare a Barcellona tutto attaccato”. Ringraziamo Paolo per l’avvertimento che certo ci è servito. Chiusa parentesi.
A Miami ci arrivi dopo km di ciclabile lungo un’infinità e bellissima passeggiata a mare ombreggiata dalle tante palme. A Miami, individuato un ostello un di poco prezzo ma assolutamente confortevole, doccia e bagno in mare.
La sete, che ci perseguita da oggi pomeriggio, ci porta da Rodney, che gestisce un pub proprio di fronte al nostro ostello. Quattro coche in due e ci accorgiamo che Rodney ed i suoi clienti parlano tutti inglese mentre la TV trasmette una partita dell’Arsenal. Questo pub è un isola britannica, gli dico, e da qui quattro chiacchiere portano Rodney a conoscere il motivo del nostro viaggio. È lui che fa? Apre la cassa e ci sbatte €10 sul bancone. Ecco il mio contributo, dice. Faccio la foto con Rodney gli dico che domani sarà su www.gabbiano.org; gli diamo il volantino e lo ringraziamo 30 volte. L’angelo Rodney è davvero un uomo simpatico.
Ci mangiamo una paella e siamo contenti di sapere che Tino e Ignazio a Barcellona stanno facendo lo stesso.
Il bilancio di oggi sono 150 km in treno e 33 in bici. Intanto Massimo, nella veste di logista, ha rifatto i conti. Dovremmo essere a Gibilterra l’11 ottobre.
Sperem. Al limite ci giochiamo un altro jolly, l’ultimo ammesso dal nostro regolamento non scritto.
Baggio – Gibilterra sono circa 2500 km. Scegliendo di contribuire con un centesimo a km, ad esempio, si doneranno, a meta raggiunta, 25 euro per l’acquisto del pullmino per Casa Teresa Bonfiglio. Con 2 centesimi il contributo diventa di 50 euro, 10 centesimi significheranno 250 euro all’arrivo e così via. Chi vorrà potrà contribuire con un bonifico all’Iban IT44J0306909606100000117955, (Associazione Il Gabbiano – Noi come gli altri) o sul sito a https://www.gabbiano.org/donazioni/ Non dimenticate la causale: #pedalareperunpullmino |