Secondo una ricerca – condotta dell’Università Milano Bicocca e Politecnico, per conto di CIESSEVI (Centro Servizi Volontariato) e presentata nell’incontro “VOLONTARIATO a Milano: un ruolo per lo sviluppo” – il reperimento di risorse finanziarie e le difficoltà di reperire volontari sono i maggiori problemi delle associazioni di volontariato. Ecco i bisogni rilevati fra gli intervistati:
I bisogni economici:
Il 78% dichiara difficoltà ad accedere ai finanziamenti pubblici e privati
Il capitale Umano:
Il 48% dichiara insufficiente la forza lavoro del volontariato e il ricambio generazionale tra gli attivi.
Il 28% la carenza di capitale umano qualificato
Esigenze di strutture e di organizzazione
Il 46% dichiara la difficoltà a “fare rete” con altri enti
Il 41% inadeguatezza degli spazi a disposizione
Il 25% difficoltà nella gestione amministrativa
E’ vero che Il futuro di ogni attività, sia imprenditoriale che pubblica, è legato a queste due componenti (risorse umane e finanziarie), ma le motivazioni e gli obiettivi nel mondo del volontariato sono diversi. L’imprenditore investe per avere un ritorno economico. Suda, rischia ma lo fa soprattutto per se stesso. Nel caso delle organizzazioni “no Profit” è il volontario che s’impegna per risolvere problemi “collettivi” senza aspettarsi nessun ritorno economico. E’ vero che senza le risorse finanziarie non si “cantano messe”, ma dare una tale rilevanza al problema (78% delle risposte) può sembrare limitativo rispetto all’altra componente, risorse umane, citata solo dal 48% degli intervistati.
Vorremmo non cadere nell’eccesso opposto citando Bertold Brecht: “Infelice quel popolo che ha bisogno di eroi”, poiché, come sostiene Sebastiano Vassalli, Corriere della Sera “In realtà, senza l’eroismo, cioè senza il volontariato, la generosità gratuita e il dono di sé di chi si sacrifica per gli altri, il mondo non andrebbe avanti”.
Il ruolo del “capitale umano”
Sempre dai risultati della ricerca risulta che i fondi economici occorrono soprattutto per
• Realizzare o utilizzare strutture
• Assumere “professionisti” (un quarto delle risorse umane delle associazioni è fatto di dipendenti e tre quarti da volontari)
• Realizzare le attività per le quali l’associazione ha ragione di essere
La “componente” finanziaria e quella umana sono interdipendenti ed entrambe necessarie. A volte le strutture si realizzano, ma quale tristezza c’è, per esempio, nel vedere attrezzature sportive non utilizzate. Eppure le risorse economiche sono state reperite ma poi sono le persone che le debbono far vivere. Tra le risorse umane occorre fare alcune distinzioni tra professionisti e volontari. Il professionista, nelle organizzazioni, è spesso indispensabile, soprattutto nelle attività socio assistenziali e sanitarie, poiché ocorre anche la sua competenza per farle funzionare.
Questa figura ha una precisa connotazione: fa quello che deve, quando deve, come deve!
Invece il volontario: fa quello che può, quando può, come può!
Non è detto che fare quello che si può sia limitativo, anzi spesso va oltre ciò che si “dovrebbe fare”, perché c’è l’entusiasmo, la passione e una vera condivisione degli obiettivi. In cambio si riceve un grazie, una maggiore autostima per la consapevolezza di aver fatto qualcosa di utile per altri oltre che per se stessi.
Questo “capitale umano” (come tutti i capitali) deve essere “rifinanziato”, ovvero curato, aumentato per adeguarlo alle crescenti esigenze e dare continuità ai risultati per cui è impiegato. Occorre mantenere viva la motivazione dei volontari attuali, ma anche garantire un costante ricambio generazionale per dare continuità nel tempo.
In quest’ottica, per esempio l’Associazione “Il Gabbiano” collabora ad esempio con alcune scuole medie superiori per sensibilizzare i ragazzi sul tema della disabilità. L’obiettivo principale è favorire l’integrazione dei giovani e delle persone con disabilità, creando occasioni di conoscenza e relazione attraverso allenamenti in squadre miste e una giornata finale di gare sportive.
E i ragazzi rispondono all’invito avvicinandosi a realtà forse prima sconosciute. E chissà che non nasca in qualcuno di loro il desiderio di continuare questa esperienza divenendo volontari!
(Gerardo Pecoriello)