Ci fosse Teresa venerdì dovremmo abbracciarla più forte del solito perché il primo aprile era il giorno del suo compleanno. Lei saprebbe trovare le giuste parole per coinvolgere i ragazzi a donare pensiero giovane al Gabbiano, come chiediamo in questa intervista. Teresa manca da quattro anni e nel frattempo le cose sono cambiate parecchio. La pandemia ha ridotto notevolmente le possibilità di incontrarsi. Sta costringendo a farlo a piccoli gruppi e quello che grazie a lei è cresciuto come un momento di grande socialità tra volontari e persone con disabilità, cioè il “sabato pomeriggio al Gabbiano”, oggi può esprimere solo una parte della sua energia. Ma forse questo può essere anche un momento di svolta. Basterebbe riuscire a recuperare “pensiero giovane“, quello capace di spiazzare e sovvertire. Serve a noi del Gabbiano, certo, ma ancora di più serve a tutti. Vogliamo scovare la “cittadinanza attiva”, che magari si sta anestetizzando dietro uno smartphone, e tirarla fuori da casa. Quarant’anni fa, Teresa lo faceva con le persone disabili, che spesso venivano nascoste in casa, quasi ci fosse qualcosa da vergognarsi. Oggi che quella battaglia culturale è stravinta, tocca farlo al contrario… e cioè rivolgendosi ai “normodotati”. Qualche volta, non sempre per fortuna, sono loro a restare isolati. Eppure abbiamo pensato ai più giovani per la fiducia che abbiamo in loro e perché rappresentano il nostro futuro. Le domande indagano la presenza o no un filo interiore, #iltuofilointeriore, che lega i vari momenti della giornata sotto forma di “disponibilità permanente alla solidarietà”. Chiediamo a tutti voi di invitare i vostri contatti di 15/25 anni a rispondere. Le ventisei interviste già pubblicate sono qui.
Buon compleanno Teresa, amica, ovunque tu sia sei sempre qui.