“Un piccolo contributo, cordialmente. Un amico”.
Da due mesi riceviamo una busta con questo messaggio e cinque mila lire. Questo amico, o amica, del Gabbiano ha capito il senso. Ha capito che si’, le grandi cifre sono importanti, non lo si nega, ma che ancora piu’ importante è esserci, partecipare, posizionare il proprio mattoncino, e davvero non importa quanto sia grande.
Davvero. Queste cinque mila lire hanno un valore straordinario perche’ dicono tutto: parlano della solidarieta’ che arriva spontaneamente “dal basso” e del rapporto orizzontale, spesso silenzioso, tra il Gabbiano e i suoi amici e sostenitori. Danno forza con l’invito implicito che dice “Continuate, io sono con voi”.
C’è un futuro da garantire a chi dispensa la propria ricchezza interiore, come si puo’ vedere nell’esempio qui sotto. Chiunque puo’ essere protagonista di questa avventura: bastano 5 mila lire.
C’è l’emozione di una mattina di sole primaverile nel sorriso di Roberto, quando il sabato pomeriggio, da dietro la tenda della cucina, aspetta di incontrare i suoi amici. E’ l’immagine di un benessere interiore e di alta quota, tutto da ammirare perche’ da’ la netta sensazione di essere durevole e non passeggero. Non fa nessuna corsa trafelata per salire in macchina prima saluta, educato i suoi genitori, poi scende le scale del pianerottolo una alla volta , apre il portone e si avvicina alla portiera dell’auto.
Fino a qualche tempo fa quello era l’unico momento in cui tradiva una leggera fretta, ma ora non piu’… La strada per arrivare al Gabbiano la conosce a memoria: si avverte qualche cedimento sul con cetto di destra e di sinistra, ma sa che “li’” si va dritto e poi “li’” bisogna girare “da quella parte”. Spesso avverte che “ e’ rosso” e quindi bisogna fermarsi finche’ arriva il verde e “si va”. Durante il breve tragitto si diverte – ormai è chiaro – a scherzare sul fatto che durante la settimana non ha fatto “niente” e non c’è verso di strappargli neanche un accenno a una giornata di scuola.
Roberto e’ riservato e non rilascia dichiarazioni, ma alza il mento con il sorriso a trentadue denti, incrocia le braccia e poi decide come “imporre” il suo silenzio stampa irrevocabile: ripetendo il suo “gnente!” sorridendo senza parlare, lanciando un’occhiatina maliziosa alla ragazza che aspetta l’autobus o chiamando la Teresa. E’ normale. Ognuno ha argomenti di cui non vuole parlare perche’ preferisce occuparsi di altro… e il silenzio si trasforma ancora in emozioni, da dispensare gratis a chi gli sta vicino. Roberto è il piacere discreto e genuino che si riceve quando si frequentano persone positive, che sanno contagiare con un’allegria disinteressata, leggera, priva di secondi fini.
Il giorno in cui si scopre che sono i mille Roberto che aiutano i volontari, almeno quanto, se non di piu’, i volontari aiutano i mille Roberto, quel giorno si chiudono nuovi orizzonti.
E ci si pone questa piccola enorme domanda: ma se una persona, un amico, è capace di regalare benessere che importanza puo’ avere se non sa classificare la destra e la sinistra? Non si tratta di una domanda da poco. Le persone che confondono la destra con la sinistra, che non hanno un’autonomia, non hanno nessun futuro quando non potranno contare sull’appoggio dei genitori. E se non hanno un conto in banca, finiscono dimenticate in qualche istituto, insieme al sole primaverile, la poesia e la ricchezza che hanno dentro. Bello, vero? E’ per questa ragione che il Gabbiano sta cercando i fondi per costruire una comunita’ alloggio, un centro diurno e un centro dell’ascolto in Via Ceriani, 3.
Un piccolo aiuto, anche di cinque mila lire, sarebbe il lasciapassare per sentirsi parte di un’avventura che resterebbe sempre sotto gli occhi tutti, proprio nel cuore di Baggio. Passeggiarci davanti, quando sara’ realizzato, potrebbe persino restituire un po’ di serenita’.
Il Gabbiano