Il 3 novembre è mancato Olindo Lazzaron, una persona molto conosciuta a Baggio. Nato a Caselle di Altivole nel 1928 da famiglia contadina e primo di quattro fratelli approdò nel 1947 a Milano in cerca di lavoro. Con volontà e impegno realizzò il suo percorso lavorativo partendo dal basso in campo edile, risalendo fino a divenire imprenditore con i fratelli e commerciante. Olindo ha profuso la sua innata generosità per tante cause, molti lo ricordano, dalla Croce Verde alla Cava Aurora, dalla Parrocchia di Sant’Apollinare e gruppo del Presepe Biblico, all’Associazione Il Gabbiano. Mancherà molto a tutti coloro che hanno conosciuto la sua personalità estremamente simpatica, sorridente, costruttiva e al tempo stesso anche sdrammatizzante, ma all’occasione critica e se necessario graffiante. Proprio al Gabbiano diede molte delle sue competenze, come socio fondatore nel 1987 e poi volontario per tanti anni. Possiamo dire che la crescita dell’associazione nel tempo, con i suoi progetti prima in via Dalmine 6 e poi casa Gabbiano in via Ceriani 3, si è realizzata grazie ai suggerimenti, impegno e aiuti concreti che Olindo non ha mai fatto mancare. Poi, problemi di salute lo hanno allontanato dall’impegno costante, ma veniva sovente a trovarci mostrando sempre tanto interesse. L’ultima volta che l’ho incontrato è stato alla recente Sagra di Baggio. Seduti a pranzo gli ho raccontato della nuova sfida che ci aspetta in via Don Gervasini 1, dove intendiamo realizzare una ulteriore Comunità Alloggio per persone disabili. Olindo subito si accese mostrando grande interesse, ponendomi tante domande e voglia di partecipare. Mi raccomando, mi disse infine, “stai attento a questi ragazzi” nel senso di fare attenzione ai bisogni di queste persone solo più sfortunate, che Olindo ha avuto nei suoi pensieri. Trascrivo da uno dei tanti libretti scritti negli ultimi anni da Olindo, uno dei punti intimi e significativi della sua vita:
“…Per questo io e mia moglie ci sentiamo realizzati, per aver educato bene i nostri figli, poi la fortuna che hanno avuto nel trovare delle brave mogli che insieme hanno saputo educare bene i propri figli seguiti fino alla laurea. Con la speranza che seguano l’esempio di chi ha dato loro la vita”.
Giacomo Marinini