Chi desidera devolvere il 5×1000 all’associazione di volontariato “Il Gabbiano noi come gli altri” può indicare il codice fiscale n. 09218170158
Quest’anno l’Associazione Il Gabbiano ha deciso di dedicare una parte del consueto corso di formazione, rivolto ai propri volontari e aperto a tutti gli interessati, al tema della tutela giuridica della persona disabile. L’obiettivo è sensibilizzare il mondo del volontariato sulla possibilità di divenire amministratori di sostegno della persona disabile in quei casi in cui la persona non ha familiari che possano assumersi questo compito.
Divenire amministratore di sostegno significa infatti non solo offrire un sostegno dal punto di vista giuridico, ma anche e soprattutto garantire il benessere e la qualità di vita del futuro della persona amministrata. Ma vediamo più da vicino cos’è la figura dell’amministratore di sostegno e quali sono gli impegni e le responsabilità che implica.
Con il compimento del diciottesimo anno di vita, si presume per legge che qualsiasi persona possegga la capacità di intendere e di volere. Può succedere però, come spesso accade quando c’è una disabilità, che una persona, seppur maggiorenne, non abbia raggiunto la piena capacità di intendere e volere, cioè la capacità di decidere e agire, e quindi non sia in grado di fruire dei propri diritti e tutelare i propri interessi per assicurarsi la miglior qualità di vita possibile.
Per tutelare la persona disabile, è quindi necessario nominare un rappresentante legale.
L’istituto dell’Amministrazione di sostegno, che ha innovato profondamente il sistema del nostro Codice Civile in tema di Tutela, è stato introdotto nel 2004 per tutelare la persona che, per effetto di un’infermità e di una menomazione fisica o psichica, si trova nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi.
E’ uno strumento particolarmente flessibile perché permette di graduare il singolo intervento a seconda dell’effettivo bisogno della persona. A differenza dell’interdizione, nella quale la persona viene dichiarata totalmente incapace di intendere e di volere e in cui di conseguenza il tutore sostituisce la persona in tutto, l’amministratore di sostegno interviene solo nelle aree di effettivo bisogno.
I poteri dell’amministratore di sostegno vengono decisi di caso in caso nella nomina. Si distinguono le azioni che il beneficiario (la persona disabile) è in grado di compiere da solo, quelle che può compiere solo insieme all’amministratore di sostegno e infine le azioni che non può compiere e che verranno quindi affidate in toto all’amministratore.
Ad esempio, alla persona potrebbe essere lasciata la possibilità di gestire una modesta somma di denaro per le piccole spese quotidiane, delegando invece all’amministratore l’amministratore il ritiro della pensione, la gestione del patrimonio ecc.
L’amministratore di sostegno in ogni caso cura non soltanto per gli aspetti patrimoniali ma soprattutto i bisogni e la volontà del destinatario degli interventi. La legge indica che l’amministratore di sostegno deve infatti tener conto delle richieste, dei bisogni e delle aspirazioni del beneficiario.
Naturalmente è preferibile che l’amministratore di sostegno sia una persona che conosce da vicino la persona da amministrare. Non necessariamente un parente, ma anche un conoscente, un avvocato volontario o, ovviamente un volontario.
Cos’è richiesto in questi casi all’amministratore di sostegno? Quali competenze deve avere? Innanzitutto è importante sottolineare che non si tratta di un compito eccessivamente gravoso o che richiede competenze particolari. L’importante è entrare in punta di piedi nella vita della persona, con discrezione e rispetto per i suoi desideri, le sue abitudini ecc.
L’amministratore non deve occuparsi in prima persona dell’assistenza del disabile, ma può ad esempio di ritirare la pensione, richiedere l’assegnamento dell’indennità di accompagnamento, gestire i rapporti con i servizi che ce l’hanno in carico, gestire i rapporti con la banca ecc. Si tratta di competenze che possono essere facilmente apprese con l’esperienza. Ciò che è importante è che possieda pazienza, buon senso e cuore. Annualmente deve poi fornire un rendiconto al giudice tutelare, dove verranno riportate tutte le entrate e le uscite ordinarie compiute durante l’anno. Per gli atti di amministrazione straordinaria (acquisto di un auto, vendita di una casa ecc.) sarà invece necessario richiedere l’autorizzazione al giudice. Che cosa riceve in cambio l’amministratore di sostegno?
L’incarico di Amministratore di Sostegno è gratuito ma, in considerazione dell’entità del patrimonio e della difficoltà dell’amministrazione, il Giudice Tutelare potrà riconoscere all’Amministratore un’equa indennità. Ciò che però è più importante è l’aspetto umano di questo compito, in quanto se è vero che richiede un minimo di impegno, è anche vero che lascia molto alla persona che lo svolge dal punto di vista morale e umano. Si impara molto e si ha la concreta sensazione di svolgere un compito utile per il benessere della persona.
Il Centro Ascolto del Gabbiano, con il suo servizio di consulenza legale gratuita, è a disposizione di chiunque volesse approfondire l’argomento o iniziare una pratica di amministratore di sostegno. Per informazioni: 0248911230.
Federica Calza