In una fresca serata di aprile ho provato a chiedermi il vero motivo per cui da tanti anni dedico il mio sabato pomeriggio al Gabbiano. Devo riconoscere che non è stato facile rispondere e ancora di più scriverlo. La prima cosa che ho pensato è che venire al Gabbiano mi tira su il morale perché i “ragazzi” sono nel mio cuore, come dei veri fratelli. Durante la settimana faccio solo lavoro-casa e non è la stessa cosa. Il sabato pomeriggio al Gabbiano lo trascorro spesso con la Giusy. Da lei ho imparato tante cose, come ad esempio interpretare alcuni gesti dei ragazzi autistici. Ma la cosa più importante, con lei come con gli altri, è voler loro bene come ad un membro della famiglia. Devo farvi una “confidenza”: quando la mia amica Maria mi ha portato per la prima volta al Gabbiano e ho visto alcuni ragazzi in carrozzina, mi ha fatto un certo effetto. A dirla tutta volevo quasi scappare, ma poi quacosa mi ha trattenuto. Ho pensato spesso a cosa fosse stato a trattenermi quel primo giorno. Ho capito che la scelta di rimanere è dipesa dalla mia buona volontà: i ragazzi del Gabbiano chiedevano solo la mia amicizia. lo ho un carattere fin troppo sensibile, ma mi sono detta: “Voglio superarla questa difficoltà!” e oggi devo dire grazie al Gabbiano. Purtroppo non riesco a essere presente tutti i sabati, anche perché in certi momenti della vita sei costretta ad occuparti di altre questioni. Ma venire al Gabbiano, parlare con Teresa, è sempre una bella distrazione.
Bisognerebbe ringraziare chi ha inventato il volontariato, altrimenti sai che tristezza.
Voglio aggiungere che sento un affetto grandissimo per tutti i ragazzi del Gabbiano, anche quando sono in giornata no e magari ti fanno perdere pure la pazienza! Come fa la Giusy quando si leva il maglione … All’inizio non sapevo cosa fare poi, grazie anche ai consigli delle altre, ho capito che per farglielo rimettere basta far finta di niente. Oppure come fa la sua amica Cristina. Adesso vi racconto. Un sabato voleva a tutti i costi un altro bicchiere di Coca Cola. lo le ho detto che era meglio di no e lei mi ha risposto “Tanto se non me lo dai tu me lo faccio dare da Enrico!”. E così ho dovuto cedere … e allora lei mi ha raccontato che quella sera avrebbe mangiato la pizza cucinata dalla mamma. E’ così semplice il sabato al Gabbiano …. Certo, poi ci sono casi anche molto tristi come quelli di chi perde i genitori e rimane da solo. Spero solo che la Comunità Alloggio del Gabbiano diventi attiva il prima possibile. Concludo dicendo che non vorrei mai lasciare il Gabbiano, mi sono troppo affezionata a tutti. lo ci penso tanto anche durante i giorni lavorativi. Beh, adesso è ora di smettere. Ciao a tutti da una volontaria del Gabbiano.
(Cristina Varisco)